Nel segno l’eco dell’ignoto

Roberto Maini

L’incontro con l’artista Donato Di Zio non è stato casuale. Il luogo: la Biblioteca Marucelliana, dove ho lavorato come bibliotecario per oltre trent’anni e che nell’ultimo periodo ho avuto l’onore di dirigere. L’occasione: uno degli incontri con poeti e scrittori che soprattutto a partire dal dicembre 2007 ho tenuto in Sala Consultazione Manoscritti e Rari per valorizzare le raccolte della Biblioteca e fare della stessa, oltre che luogo di lettura, studio e ricerca, anche luogo di dibattito culturale dentro la città di Firenze.
Deve essere stato alla presentazione di un libro su Dino Campana, o durante l’incontro con il poeta sudcoreano Ko Un. Donato Di Zio portava in dono alla Biblioteca il catalogo della sua personale Dentro al Pelago, tenuta ai primi del 2006 presso il Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna di Pescara. La parola del poeta che forte si riversava tra gli scaffali lignei della sala, il segno creativo che usciva dalle pagine del suo catalogo, hanno da subito provocato una situazione di profonda empatia. Con la loro scandalosa purezza parola e segno si fondevano magicamente e misteriosamente nella creazione artistica fermando il corso del tempo. Il segno iconico di Donato Di Zio faceva fluttuare pensieri e ricordi sul ritmo dei versi di Ko Un: “Soffia il vento, / da solo. / Tu erba, / tu albero. / Soffia ancora il vento. / Il mare notturno / da solo ondeggia. / Siamo tutti un continuo divenire.” Il fluttuante infinito “pelago” dell’artista abruzzese, indagatore dell’ignoto e dell’immensa sfera emozionale dell’essere umano.
Nacque allora il progetto di una esposizione di sue opere da tenersi nella Sala Mostre della Marucelliana, boiserie con l’arredo neoclassico appartenuto alla segreteria intima del granduca Ferdinando III di Lorena. La piccola sala, già deposito della prestigiosa raccolta di disegni e stampe, a partire dagli anni Settanta del secolo scorso è stata sede costante di preziose esposizioni di disegni, incisioni, libri, periodici, manoscritti, carteggi con finalità di valorizzazione e fruizione delle importanti raccolte della Biblioteca.
Il progetto, formalizzato nei giorni della mia direzione in concomitanza con la donazione di sei incisioni ad acquaforte, vede ora la sua realizzazione. In Donato Di Zio la persona e l’artista non hanno cesura: “L’universo con tacita maestosità avvolge le nostre vite, ogni particella che regna nel cosmo, possiede un’anima”, scrive nella dedica che apre questo catalogo e che riassume la sua ricerca artistica e la visione del mondo che ne fa un artista con nel segno l’eco dell’ignoto.